
L'obiettivo della proposta per il riutilizzo delle Thermae di Curigna è comprendere l'impatto e l'interazione tra i paesaggi archeologici e ambientali di Curinga e ideare una soluzione progettuale che consenta a entrambi i paesaggi di coesistere armoniosamente. Questa interazione è simboleggiata da un unico elemento del tetto che circonda l'intero perimetro delle rovine per proteggerle. Inoltre, questo tetto funge da copertura per una passerella sottostante, offrendo agli utenti una vista panoramica delle rovine, mentre un passaggio singolare è stato incorporato per consentire un viaggio trasversale tra le rovine per un'esperienza interna più diretta. È stata data priorità alla creazione di un'esperienza esterna e interna senza soluzione di continuità per gli utenti all'interno di questo paesaggio archeologico, promuovendo contemporaneamente l'apprezzamento per il paesaggio ambientale di Curinga. Per quanto riguarda il design, il tetto segue un linguaggio estratto dal movimento della topografia attorno alle rovine e delle rovine stesse. Il movimento della topografia dipende esclusivamente dai livelli e dagli strati, mentre il movimento delle rovine dipende dagli spazi su cui concentrarsi, inquadrando determinate vedute da evidenziare dall'esterno, come il frigidarium. Con questo movimento organico che imita il paesaggio ambientale, il tetto crea un effetto mimetico per le rovine, proteggendole e adattandole al terreno, ma dà anche qualche indizio e mistero alle rovine dall'esterno. Oltre al dialogo tra i paesaggi, la struttura trae ispirazione dall'identità architettonica delle rovine. È stato progettato partendo da una volta a crociera centrale, storicamente nota come copertura della stanza centrale del bagno, il frigidarium. In termini di materialità, l'intero tetto è in argilla, rendendo omaggio alle tecniche di costruzione dell'Africa romana, in particolare all'uso dell'argilla nella ceramica.




